Tutte le sere alla stessa ora

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Io e mia moglie abbiamo un nostro modo particolare di sentirci vicini anche quando io sono fuori città per lavoro. Il telefono è il nostro contatto diretto, è il nostro mezzo per vivere la nostra passione, la nostra carica erotica, il nostro bisogno di comunicarci la voglia che abbiamo di scopare. Col telefono noi riusciamo ad amarci, a desiderarci e perfino a godere enormemente.


Mi piace sapere che Loretta aspetta sempre con ansia la mia telefonata, mi piace sussurrarle, proprio come se fossi vicino a lei, frasi eccitanti ben sapendo che effetto le fanno “Cara, sei lì, mi ascolti?” chiedo a mia moglie quando la chiamo da fuori, tutte le sere alla stessa ora “Sei sul nostro letto e mi pensi? Dimmi come sei vestita, come sei seduta, cosa stai facendo”. So benissimo che, in attesa della mia telefonata, mia moglie si prepara come se dovesse venire a letto con me: vuol essere provocante, eccitante, desiderabile. Per lei che io ci sia o no non ha importanza, non fa
differenza sul modo curato e attento di vestirsi.

“Ho il mio bustino di seta con le stringhe, le tette che saltano su e la fica incorniciata dalle calze bianche” dice Loretta che sa esattamente come voglio che sia abbigliata per quelle nostre conversazioni erotiche “Sono proprio come tu mi vuoi, amore!” Sì la voglio cosi, con il corpo imbriglia. to in quel bustino e la fica, giovane e calda, completamente libera perché il mio pensiero possa correre sopra a lambirla con la mia voluttà devastatrice. Ah, come la desidero e come ho voglia di sentirla palpitare al telefono!

“Toccati le tette. prenditi in mano i capezzoli” dico, sussurrando piano al telefono “toccati che mi tocco anch’io. Sai che ho già il cazzo duro solo a immaginarti lì da sola sul nostro letto con la fica aperta? Su, toccati, strin-giti forte i capezzoli che io mi scappello”. Sento il suo respiro farsi più affannoso e mi rendo conto che, anche lei come me, comincia a provare un desiderio cocente.


La mia mano si stringe sull’uccello, va su e giù, si fa più pressante e pesante, le gocce cadono insistenti e il pulsare è più frequente. “Ti stai toccando la fica, vero?” chiedo a mia moglie, sentendola gemere piano “Lo so che la tua mano è arrivata lì e le tue dita sono dentro la fica. Dimmelo, dimmi che ti stai facendo un ditalino, porcona!”. “Il mio uccello è diventato rosso come il fuoco e duro come il marmo, sto per venire” dico con voce roca mentre sono vicino all’orgasmo “Anche tu, vero, stai per venire?”. Stefano P. – Cuneo


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