Si, le femmine mi piacciono, e anche tanto. Ce ne sono alcune che mi hanno sconvolto l’esistenza: amanti stupende, insaziabili pompinare, rotte in culo dure a morire, inesauribili chiavatrici.
Tutto questo certo, e anche più, però non ne ho mai conosciuta una come dico io, una veramente porca, maiala, una più bestia che essere umano. Questo fino all’altra sera, allorché ad una festa un po’ speciale, organizzata da trans brasiliani, non ho conosciuto Amanda.
Vederla, guardarci negli occhi e trasmetterci un feeling di sesso straripante è stato tutt’uno. Era esattamente la donna che avevo sempre sognato di portarmi nel letto ogni volta che ne avessi avuto voglia e poco mi importava ìn quel momento che tenesse la nerchia fra le gambe.
Probabilmente qualcuno dei miei amici avrebbe anche potuto dire che ero ricchione o frocio o pederasta, ma a me non me ne frega niente. E infatti mi sono caricato Amanda sull’auto e me la sono portata a casa.
E infatti le mie previsioni erano azzeccatissirne, quella lì a letto era un finimondo, un terremoto. Innanzitutto il mio cazzo nella sua bocca ha provato in assoluto le emozioni più forti della vita. Sembrava che me lo volesse morsicare e invece le labbra lo sollevavano e la lingua lo lappava con una dolcezza mista a lascivia incredibile.
Non sembrava una lingua bensì un tapis roulant sul quale una ventosa risucchiava la bega e la faceva godere. Era talmente porca che volle assolutamente che la impiastricciassi di sperma ma sul petto dopo che lo rovistai in culo a lungo e abbondantemente.
Anche il suo deretano era tutto una sorpresa, piccino, ma una volta entrato si dilatava quasi a fiore che sbocciava. Lo svangai in culo a lungo, dicevo, e quando mi venne da sborrare Amanda mi sussurrò con la sua voce rotta dalla goduri “vienimi in pancia amore, sporcami tutta”.
Poi feci quello che non avevo mai fatto ma Amanda mi aveva messo addosso un’eccitazione che mi straripava da ogni parte, mi frastornava, mi faceva delirare: la sbocchinai io. Gli presi fra le labbra quel cazzo che fuoriusciva da quel corpo femminile e lo spompinai ciucciandoglielo tutto goduto, come un porco al culmine della libidine.
Gliele feci tirare ma era nel culo che desiderava ancora sentirmi trottare. E così la misi giù alla pecorina e galoppammo nel lato selvaggio del sesso per buona parte della notte, una prova contro il desiderio, una prova co la voluttà.
Facemmo una vera scorpacciata di sesso lussurioso, sembravamo due maiali in calore che si cercavano e si desideravano. Al mattino l’alba ci trovò impegnati in un sessantanove con ingoio. Come prima colazione. Renzo