Un servizio davvero perfetto

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Erano due o tre mesi che non andava. Sul lavoro, con la donna, con gli amici. Come se un muro si fosse alzato tra la realtà e me. Sandrina, che in altre circostanze mi era stata più vicina, improvvisamente si era fatta fredda, e non me la dava neppure più. E così succedeva che sul lavoro pensassi alla sua figa che non era più mia e a casa pensavo terrorizzato agli affari che non andavano assolutamente bene.

Andai dal dottore e la diagnosi fu precisa: lieve esurimento nervoso dovuto a stress. Consiglio: una breve ma fruttuosa vacanza. Ho prenotato immediatamente in una piccola pensione che conoscevo e dove spesso ho portato qualche troietta da sveltina. Siccome non era estate, nella pensioncina c’eravamo solamente io, un musicista di colore molto simpatico e una coppia di anziani che non si vedevano mai.

E poi c’era Ida, la cameriera addetta alle stanze, un pezzo di sorca tipo valligiana che me l’ha fatto diventare duro al primo sorriso. Il tipo di donna che quando si struscia vicina a te viene in niente soltanto una cosa: la puttana non porta mutande.

E già sei lì che fantastichi di curvarti sotto le gonne e di risalire con la lingua lungo le cosce e slinguarla così, alla belva selvaggia. Anche a Jimmy, il nero, mi sa che gli tirava la nerchia da come se la chiavava con gli occhi. Stavo già facendo un piano per svangarmela quando il lui, che da buon animale da spettacolo conosceva l’arte della sorpresa, mi fa un cenno come per dire: andiamo nella sua stanza.

E siccome quella porca di Ida sorrideva sguaiata seguii entrambi nella stanza della pollastrella. Jimmy andò subito al sodo e naturalmente ci avevo visto giusto: non portava le mutande. Quel porco si mise a farle un ditalino così lascivo che la fece venire al primo round e lei persa in un brivido di piacere lo ringraziò prendendogli in bocca l’asta nera.

E che asta anche! Ma ci stava comoda nella bocca di Ida. che se lo pompò e succhiò avidamente, lavorandogli bene anche le palle. Quando Jimmy l’ebbe pronto e bagnato all’uso la fece girare e glielo piantò diritto nel buco del culo, facendola contorcere dalla libidine.

Lei gli si andò ad accovacciare sopra, mollemente,cercando di farselo salire fino al cuore. A quel punto mi feci sotto io, eccitato e voglioso di quel corpo che si offriva spudorato e maiale. Me lo prese in mano e lo trattenne sfiorandolo, con l’espressione da bagascia dipinta sul viso.

Glielo sbattei in figa e la costrinsi a ciucciare ancora la bega di Jimmy, che oltretutto l’aveva appena estratta dal suo bel culo. Ma lei non ci pensò due volte e se lo prese tra le labbra ciucciandolo affamata e goduta. Poi Ida si volle far impalare anche nella sorca, ma Jimmy, che invece la preferiva di culo glielo impalò nuovamente su per lo sfintere, costringendo questa volta Ida a pompare me.

E giuro che mi ha fatto un signor bocchino, bello ciucciato e succhiato, tanto che a furia di spingerglielo dentro, come se invece che la bocca avesse la fica o il culo stavo quasi per sborrarle in faccia. Ma mi trattenni perché la volevo provare anch’io nella passera e così feci, distendendola ben bene ad altezza di cazzo.

E naturalmente quella vacca, visto che proprio un cazzo solo non le bastava, andò nuovamente a servire di labbra il nero. Quando le venne in gola sembrava che con una pompa le facesse benzina. Nota bene, l’esaurimento mi é passato e inoltre Ida ha continuato anche gli altri giorni a servirmi di tutto punto. Un servizietto davvero perfetto, che anzi, al momento di tornare in città mi dispiaceva pure.

Lorenzo


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