La Sfida Nera provoca i maschi del pubblico a resisterle

La Sfida Nera racconti erotici

Si chiama Edera e viene dal Pacifico…
Ogni sera, nel teatro in cui si esibisce, provoca i maschi del pubblico a resisterle almeno cinque minuti senza godere. I partecipanti sono moltissimi ma nessuno finora è riuscito mai a batterla.

E’ l’ossessione dei teatri a luce rossa di tutta Europa, si chiama Edera, ed è una bella mulatta. L’isola del Pacifico da cui viene era una base americana e lei, fin da ragazza aveva imparato a conoscere i maschi e le loro possibilità. Fin da ragazza ne aveva assaggiati di tutti i colori e dimensioni. Là in quell’isola del Pacifico si diventa donna molto presto, in giovanissima età si possono avere anche figli.

Lei aveva iniziato prestissimo e adesso cercava di rendersi la vita piacevole con quello che aveva imparato. Nell’isola del Pacifico avrebbe avuto una vita modesta, tra tante altre. Così, Edera, mettendo a frutto la sua esperienza aveva formato una piccola compagnia teatrale, di cui lei era la primadonna e aveva iniziato a girare il mondo, facendo impazzire gli uomini di tutte l’età e colore della pelle.

Del resto, questo era sempre stato il suo recondito desiderio. La chiamano: “La Sfida Nera”. Ogni sera, nel teatro in cui si esibisce, sfida tutti i maschi del pubblico a resisterle almeno cinque minuti senza godere.

Anche questa sera Edera ha lanciato la sua sfida. Hanno alzato la mano almeno in dieci, e lei fa cenno al primo della fila di farsi avanti. Edera si è spogliata completamente, fra i gridolini di compiacimento dei maschi e delle femmine presenti.

Quando anche il maschio scelto, un giovane nerboruto esibisce la sua clava, il gridolino delle femmine si fa più grande. Il giovane fa svettare il suo bastone duro e nodoso, mentre Edera lo guarda col sorrisetto sulle labbra e come una vampira s’inginocchia fra le sue cosce pelose, gli prende il cazzo con due mani e se lo porta alla bocca timidamente.

Le donne sono le più attente spettatrici. Edera fa lavorare la lingua così velocemente che quasi non si può vedere. Si vede solo la sua mano che mena il cazzo del giovane e le sue chiappe tonde, adesso che si è messa a pecorina sul letto e dimena il culo in modo casi lascivo che farebbe venire anche un morto.

Il giovane, ignaro, sicuramente del fatto suo, appoggia le mani sulle chiappe di Edera, le stringe, le divarica e punta dritto fra le grandi labbra della neretta stupenda.

Ha chiuso gli occhi per non vedere quelle natiche bellissime e ha perfino staccato le mani dal suo corpo per non sentirne il calore. Così è convinto che resisterà più a lungo, ma quando la sua asta penetra a forza nella fica di Edera e lei fa andare i muscoli vaginali, per estorcere la sborra, il giovane sa che con due o tre stantuffate si svuoterà in lei.

Dal momento in cui gliel’ha infilato in figa sono passati soltanto due minuti, lui cerca di resistere, ma anche se sta fermo, immobile come una statua, la fica di Edera si muove, gli accarezza l’asta in tutta la sua lunghezza, si muove come cosa viva e parlante.

Il giovane non resiste più e con un urlo alla Tarzan riempie la figa di Edera della sua sborra e continua a sbatterla come un ossesso. Sono passati soltanto tre minuti. Il pubblico si perde in un applauso scrociante mentre Edera fugge in camerino per le solite abluzioni.

Ritorna sul palco di lì a poco e si siede sulla sponda del letto invitante. Questa volta è un energumeno ad alzarsi dalla sua poltrona, e prima che sia arrivato sul palco è già nudo, il suo uccellone, che ha già attirato l’attenzione delle signore presenti, balzella tra le sue gambe.

E’ arrivato vicino ad Edera, l’ha presa per la vita rovesciandola sul letto alla pecorina e senza tanti complimenti le ha già puntato l’uccello nel solco delle natiche. Edera ha chiuso gli occhi perchè sà quali sono le intenzioni del bruto e a lei i bruti sono sempre piaciuti.

Le è sempre piaciuto farsi sbattere come una troia in quel modo. Sente la testa di quell’uccello rapace pressata contro il suo buco del culo e quel contatto la fà vibrare tutta, mentre automaticamente si porta una mano alla figa. Il bruto, sicuro di sé, la guarda sorridendo, come per dire: “Ah si, brutta troia, godi eh?”

Ma l’ignaro assalitore non sa che sta facendo il suo gioco. Lei si è slargata tutta e quando il bastone dell’energunieno è penetrato per una buona metà nel suo buco da culo, lei stringe l’ano, quasi come se volesse dividere in due quel cazzo propotente. Il maschio si ferma ansante e proprio in quel momento capisce che sarà molto dura resisterle.

Allora cambia subito tattica, prendendola dolcemente per i fianchi che lei muove lascivamente e pompandola a metà cazzo con lente ondulazioni dei fianchi. Ma Edera conosce tutte le tecniche del mestiere di chiavatrice, sa che ha di fronte un uomo duro e allora anche lei usa le sue migliori mosse, spingendo il culo verso di lui, affinche il bastone duro le entri completamente nell’intestino, stringe i muscoli anali e grida il suo piacere: “Sì mio carnefice, mi fai morire di godimento …ah… mi fai male, mi spacchi tutto il buco del culo, con quel tuo cazzo enorme e durissimo”. Il pubblico non fiata, non si sente volare una mosca, si sente solo il “ciac ciac” del cazzo dell’energumeno che entra ed esce dal buco del culo, ormai completamente rilassato, di Edera.

Sono passati soltanto quattro minuti, l’energumeno inarca la schiena, irrigidisce le gambe e Edera lo sente arrivare in tutta la sua potenza, gode lungamente con lui dimenticando per un attimo il pubblico presente e concedendosi finalmente il piacere di essere inculata con tale virulenza.

A questo punto, il pubblico non regge più: l’applauso sembra interminabile, mentre un altro concorrente, senza nemmeno dare il tempo ad Edera di correre in camerino, è già nudo sul palco, ha già afferrato Edera per la vita e le pianta il suo uccello, tutto in un colpo, là dove è uscito poco prima il bastone dell’energumeno, Edera accoglie piacevolmente il terzo assalitore mentre fra gli astanti l’eccitazione è salita al massimo e nelle fila di fondo accadono già cose inaudite, femmine piegate sui cazzi dei maschi, o sedute sui loro uccelli, cavalcano come amazzoni infuriate.

Bisogna immediatamente richiamarli all’ordine o il teatrino si trasformerà in un orgia collettiva. Edera si é quasi piegata in due verso il pubblico, di profilo, mentre il cazzo del terzo concorrente le trapana il buco del culo. Lo sfila di prepotenza dall’ano, si rigira verso il maschio e sprofonda nella sua bocca il suo bastone, menandolo velocemente e succhiandolo in punta.

Il maschio che non si attendeva quella mossa, l’ha presa per i capelli e partecipa alla sua foga, in modo tale da riempirle subito la bocca di sborra. Lo sperma sprizza dal suo uccello che adesso Edera esibisce al pubblico in visibilio. La Sfida Nera ha colpito ancora.

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