L’importante è trovare il fotografo bravo e disponibile: i selfie hanno molti limiti. Guido, gran mago dell’obiettivo per hobby, ha già immortalato decine di coppie…
Sono sempre più le coppie, anche quelle più austere, che si vogliono far immortalare nell’atto dell’orgasmo, foto da esibire poi ad amici che hanno gli stessi gusti o addirittura per scambiarsele fra loro. Prima con i selfie, ma i risultati erano sempre stati scarsi. E’ di gran moda adesso farsi fotografare da un professionista bravo e disponibile. In questo è famoso Guido, il mago dell’obbiettivo che ha già immortalato decine di coppiette libertine. Maura e Michele si sono fatti convincere dai loro amici, Teresa e Pino, che hanno esibito loro i risultati.
Quella stessa sera Michele ha telefonato a Guido, il quale, come sempre, si è prestato di buon grado a rendere loro il servizio senza alcun interesse. La delicatezza di Guido arriva al punto di tenersi molto discosto e nascosto dalla coppia da lui ripresa fotograficamente, come se non ci fosse. Lui non sente, non vede. non parla, come le tre scimiette dei famosi romanzi gialli. Infatti, si è così mimetizzato nella camera da letto che nemmeno Maura e Michele riescono a vederlo.
Così sono più liberi di agire, anche se eccitati dalla presenza di un estraneo in camera loro Maura si è sdraiata riversa sul letto, a cosce aperte, tenute spalancate da Michele, che le ha già affondato la lingua nel solco della fica e la fa passare velocemente dal basso in alto e viceversa fermandosi sul grilletto e sul buco del culo. Maura si contorce pensando a quello che la sta guardando nel suo obiettivo senza arrivare quasi subito all’orgasmo.
A quel punto, Michele le prende le caviglie in mano, mettendosi di profilo a dove immagina sia nascosta la macchina fotografica, le alza le gambe facendole toccare le ginocchia al seno e le appunta il suo cazzo alla fica, sprofondando lentamente in essa come se trovasse difficoltà, in effetti Maura è una professionista del “muscolo”; fa lavorare talmente bene i muscoli vaginali, che ogni volta sembra dl sverginarla.
Adesso, Michele la stantuffa come se fosse la prima volta, eccitatissitno dallo spettatore nascosto che sta scattando foto su foto. Davanti ad una macchina fotografica tutti diventano esibizionisti. Anche Michele non fa eccezione alla regola, Sfila il suo uccello dalla fica di Maura, la rigira alla pecorina sulla sponda del letto e facendo in modo che il solco delle sue chiappe sia bene in vista, le appunta il cazzo al buco del colo già irrorato abbondantemente con la sua saliva e resta immobile in quella posizione per dar modo a Guido di poter scattare: poi inizia la sua penetrazione lentissima, mentre Maura, questa volta senza finzione, quando sente l’uccello scendere nel suo intestino, sbrodola ed in inizia anche a lamentarsi: “Si, amore mio, spaccami il buco del culo… fammelo sentire tutto dentro, fino in fondo, fai toccare i tuoi coglioni alle mie chiappe, più forte., godo… vengo” Michele tstantuffa come un ossesso il buco del culo di Maura che rotea le chiappe e si masturba la fica con le dita dal di sotto.
Adesso Michele sente che é arrivato il momento estremo e lo fa capire con i sospiri che escono dalla sua bocca: “Tiè, troia… prendilo tutto in culo che adesso te lo riempio del-la mia sborra, senti com’è duro?” Questo per avvertire il fotografo che sta per venire e quando lo fa, estrae l’uccello tenendolo in mano alla portata dell’obiettivo per schizzare la sua sborra sulle chiappe di Maura, sul buco del culo fin sulla schiena..
A quel punto Maura si sfila il cazzo dallo sfintere, si rigira di scatto verso il suo maschio e gli afferra il bastone in mano per portarselo velocemente alla bocca e succhiare il nettare che continua ad uscire copioso, il cazzo di Michele rimase duro e intorchiato fra le sue labbra. E’ il momento di approfittarne e lei si spenzola sulla sponda del tetto mostrando ancora il suo deretano in aria, così invitante.
Guido ha fatto felice un’altra coppia, quando vedranno i risultati del lavoro ne saranno entusiasti; una bella foto dell’orgasmo fa piacere a tutti.
Marco, Firenze