Le strane voglie di Luisa

Le strane voglie di Luisa

Un pomeriggio mentre passeggiavo in collina, una macchina si fermò al mio fianco e un tizio ultra sessantenne mi domandò a bruciapelo: “Quanto vuoi bella donzella?”. Più che offendermi mi venne da ridere e per scherzo gli risposi: “Cento più la camera”. Aprì lo sportello, mi afferrò per un braccio e trascinandomi dentro, mi ordinò: “Monta”. Stavo per spiegargli che stavo scherzando, quando lui partì e prendendomi per il polso mi premette la mano sulla patta e continuò: “Quanto vuoi di extra se dopo averti scopato me lo faccio succhiare?”.

Dato che stavamo andando in città e cominciava a esserci più gente, pensai che me ne sarei liberata più facilmente quando fossimo stati nell’abitato cosi, per prendere tempo, gli dissi: “Altre cento, sotto le mie dita l’uccello improvvisamente s’ingrossò, dandomi un simpatico pizziconio nel ventre e mi venne da pensare: “Chissà che cosa si prova nel vendere il proprio corpo?”. Per farla breve, mi ritrovai nella stanza d’una pensione, completamente nuda, con uno sconosciuto, vecchio, che non mi attirava affatto, sdraiato su di me che mi strapazzava le tette, mentre il suo manico spadroneggiava nel mio corpo.

Sul momento non provai niente, anzi mi sembrava buffo quel suo ansimare e grugnire mentre mi sbatteva. Tant’è che quando ebbe finito di fottermi, mi rifiutai di fargli il bocchino. “Credi che non ti paghi?”, mi domandò ed estrasse dal portafogli tre biglietti da cento, spiegandomi: “II terzo è un regalo se mi fai un bell’ingoio”. Sentirmi i soldi in mano e bagnarmi la fica fu tutt’uno. Mi accovaccia ai suoi piedi e lo spompinai con un’avidità tale come non avevo mai fatto con mio marito. La lussuria mi fece scatenare come una cagna e quando lo sperma si rovesciò nella mia gola, provai delusione che fosse tutto finito.

Da allora vado regolarmente in collina. Mi piace che degli sconosciuti siano disposti a pagare pur di avermi.

Una volta ero con un uomo maturo, un gran porco che all’apice dell’eccitazione volle incularmi, gli spiegai che là ero ancora vergine e lui mi offrì una bella sommetta per essere il primo a spaccarmi il culo. Accettai, così adesso ho tre buchi da offrire ai miei “clienti”. Non riesco a capire perché mi faccia piacere essere pagata, dato che non ho affatto bisogno di quei soldi.
Luisa, Torino


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