La casa in montagna: racconto erotico di Aldo di Como


Da quando l’ho affittata il trucco mi riesce sempre e scopo come un maiale.

Sono un blogger freelancer ed ho fatto una scommessa con un amico: ogni week end, scopo almeno due donne. E questo per dimostrare che le donne, sposate o no, sono sempre in giro in cerca di cazzi.

Un mio amico mi ha dato una apparecchiatura fotografica di primo ordine e il direttore di un noto sito erotico mi ha promesso un fortissimo compenso se il mio servizio sarà preparato a dovere.

Ho affittato per la bisogna una casa di stile nordico in un bosco sopra CREMIA, una cittadina in fondo al lago di Como sulla riva di CERNOBBIO, una località turistica.

Come portare le turiste italiane o straniere in questa casa? Dicono che la necessità aguzzi l’ingegno. Mi dovevo sentire in uno stato di assoluto bisogno per ideare l’idea del cartello. Tolsi un cartello di indicazione stradale, lo pitturai di giallo, per indicare segnale turistico, ci scrissi sopra CASA NORDICA del XIV secolo e poi mi misi ad aspettare.

Non dovetti attendere un’ora che già una cabrio favolosa con sopra due vichinghe altrettanto straordinarie si fermò davanti alla gradinata. “Si può visitare?” Domandò una delle due in italiano perfetto. Vuoi vedere, mi dissi che queste sono italiane e me lo mettono in quel posto dopo aver visitato la villa? “Certamente” risposi “però bisogna pagare il pedaggio”. “In cosa consiste?” domandò sempre la stessa. “In un bacio. Da voi.”

E saltai sul cofano per baciare violentemente quella che aveva i capelli più scuri. Ehilà, rispose al bacio! Due minuti dopo tutte e due mi avevano già tirato fuori il membro e tentavano di masturbarlo. Ma io non volevo rovinare il pomeriggio in casa e le feci quindi entrare prima che compissero il misfatto, per offrire da bere. Una chiacchierata tira l’altra, un bicchiere tira l’altro, insomma dopo dieci minuti eravamo nella stessa posizione della macchina con la differenza che a masturbarmelo adesso era la bocca di Carla.

Accidenti che labbra, che lingua. Mi vellicava attorno al glande con una maestria da professionista. E l’amica non era da meno. Insomma, il concorso di due lingue e di quattro labbra calde e infuocate mi fecero sbrodolare molto velocemente. Schizzai tutto sulle loro facce. Se lo leccarono a vicenda con avidità. Assaporai tutto, l’umore delle loro bernarde bagnate, il secco sapore di bruciato del loro culo, l’erezione dei loro capezzoli. Le sfondai senza pietà, facendole venire una, due, tre volte.

Credo che non dimenticherò più le gambe a triangolo, la fregna sopra la mia faccia che schiacciava sempre più, sempre più fino a sentirsi penetrata dal naso e venire bagnandomi in bocca.

Non dimenticherò la piacevole sensazione di essere baciato davanti a di dietro contemporaneamente. Quando vieni ti sembra di morire tanto è alta la punta massima di godimento, provi persino un fastidio.

Io non so cosa dirvi, a me la figa piace. Chissà quante fotografie e selfie ho scattato in questo periodo. Mi mangerò le palle per non aver potuto o voluto trovarne una. Chi lo sa magari è proprio quì, in cantiere. Le due ragazze si alzarono e mi disssero a bruciapelo. “Per l’intero pomeriggio sono cinquanta a testa”.

Pagai senza battere ciglio. Mi sentivo turlupinato, preso per il culo. D’altra parte lo scherzo era molto ben fatto ed era gioco forza accettarlo. E adesso cosa racconto al direttore del sito? Le macchine non hanno scattato niente.

Pazienza sarà per un altro pomeriggio.


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