Va a ritirare l’affitto e torna a mani vuote

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Me lo sentivo che quella giornata mi avrebbe riservato qualche sorpresa. Quelle sensazioni che senti nell’aria appena ti sei alzato, che se poi leggi qualche oroscopo ti vengano confermate. Solo che non capivo una cosa: come mi sarebbe potuto capitare qualcosa quando l’unico impegno che avevo era quello di andare a ritirare l’affitto di una casa che il mio vecchio aveva affittato non so bene a chi.

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Pronto intervento

Ho conseguito il diploma di scuola superiore l’anno passato, ma purtroppo come tutti i giovani di quest’epoca, ho avuto non poche difficoltà a introdurmi nel mondo del lavoro. I parenti, i conoscenti, le raccomandazioni non sono servite a molto, anzi devo dire che il risultato è stato nullo. Così, quando l’amico di un mio amico, mi raccontò che un’impresa di pulizie non molto distante dal nostro quartiere assumeva personale da adibire per svariati lavori, mi presentai e fui assunto.

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Le strane voglie di Luisa

Le strane voglie di Luisa

Un pomeriggio mentre passeggiavo in collina, una macchina si fermò al mio fianco e un tizio ultra sessantenne mi domandò a bruciapelo: “Quanto vuoi bella donzella?”. Più che offendermi mi venne da ridere e per scherzo gli risposi: “Cento più la camera”. Aprì lo sportello, mi afferrò per un braccio e trascinandomi dentro, mi ordinò: “Monta”. Stavo per spiegargli che stavo scherzando, quando lui partì e prendendomi per il polso mi premette la mano sulla patta e continuò: “Quanto vuoi di extra se dopo averti scopato me lo faccio succhiare?”.

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Si scopa il testimone di nozze

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Rapidamente mi lasciai andare per terra sollevando il vestito bianco da sposa. Non c’era bisogno di togliermi le mutandine: in previsione delle scopate con Luciano, non me le ero messe. Spalancai le cosce e mi allargai le labbra della topa. “Le prime corna a mio marito”, dissi per eccitarlo maggiormente.

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Un amore impossibile

un amore impossibile

Tornando a casa, la ragazza già intuiva che quella notte non avrebbe chiuso occhio. Nel giro di poche ore quante cose le avevano insegnato sia Iside che Gianni. La prima, il ditalino e il secondo che le donne bevono la sborra! Però, non si era fatta spiegare nulla sul sapore della roba che schizza dall’uccello. Salato, dolciastro? E il colore? Una domanda dopo l’altra che le martellavano il cervello. Quando Gianni si fermò sotto casa: “Non mi sento molto in forma” gli disse “ho bisogno di dormire sino a mezzogiorno. Domani pensaci tu a dirlo ai professori. Se vuoi, chiamami nel pomeriggio; sarò in casa. Non vedo l’ora di andarmi a ficcarmi sotto le coperte. Scusami, tesoro”.

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La prova del nove

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Marcella ci convocò per la prova decisiva. Chi di noi due l’avrebbe più soddisfatta avrebbe avuto la grana. Quando Marcella ci mandò a chiamare, io e Franco trasecolammo! Non era possibile che una donna bella, intelligente e ricca come lei, scendesse a questi espedienti!

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