L’insaziabile cognata

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Quando Luigi mi disse che avrebbe sposato Silvia, dentro di me, non potei che scuotere il capo! Silvia era una donna di quelle cui un solo uomo e un solo cazzo, non possono mai bastare! Lo si intuiva per il suo carattere impetuoso e quella luce toccante che le brillava negli occhi, quando guardava fisso un uomo. La sua bocca, ben disegnata e carnosa evocava le ambascie del pompino e le sue mani la stretta nervosa e pulsante del possesso! E Luigi la sposò! Con quella sua faccia da bambino spaurito… E una sera ricevetti un’affannosa telefonata da Luigi:

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Nel nome della Rossa

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Da tempo frequentavo la casa di Lella, dato che ero amico e compagno di scuola di sua sorella, Lella, bellissima e minuta come una statuina, non sembrava nemmeno della stessa famiglia della sorella, Federica.

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La dama di cuori

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Ha passato in rassegna più cazzi d’un sessuologo, ha avuto due mariti e troppi amanti per poterli contare, eppure per noi che eravamo suoi compagni di classe è rimasta la “Dama di cuori” che sognavamo nei nostri letti senza osare invitarcela. Ha conservato, se non accentuato, la sua aria altezzosa da nobildonna con la puzza sotto il naso. Ma ora sappiamo che è tutta una posa, che quella sorchetta che ci concedeva, a ognuno all’insaputo dell’altro, è diventata una delle sorcone più esperte del centro di Torino.

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Tutte le sere alla stessa ora

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Io e mia moglie abbiamo un nostro modo particolare di sentirci vicini anche quando io sono fuori città per lavoro. Il telefono è il nostro contatto diretto, è il nostro mezzo per vivere la nostra passione, la nostra carica erotica, il nostro bisogno di comunicarci la voglia che abbiamo di scopare. Col telefono noi riusciamo ad amarci, a desiderarci e perfino a godere enormemente.

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Carmela la vedova

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Non riusciva ancora a crederci. Povero Carmelo! Se n’era andato così, all’improvviso! Una morte da non augurare nemmeno ad un malacarne. E dire che sino a qualche giorno prima le aveva parlato del taglio del frumento, della raccolta delle olive (la loro unica ricchezza) e poi, a voce bassa, dal momento che di là dormivano la nonna e i genitori: “Carmela, se ti senti…”.

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Vanessa femme fatale

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Vanessa ha il nome di una farfalla dei tropici, di una crudele farfalla che uccide il suo maschio dopo averlo spossato nell’amore, che ne succhia ogni linfa vitale e lo getta, svuotato, alle voraci formiche. Mi sacrificherei volentieri per una notte con te, per sentirmi i fianchi stretti dalle tue cosce sexy, forti morbide assieme, per sentirmi la nuca graffiata dalle tue unghie e mordicchiata dai tuoi dentini candidi. Mi hai sorriso, come se ci conoscessimo da sempre, mentre uscivi dalla tua villa. Mi hai sorriso mentre, roteando la tua gonna come un torero la muleta, scoprivi quelle due colonne di carne tornita che ora mi ossessionano e mi tolgono ogni altro impulso.

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